Non avremmo voluto scomodare il celebre Alexandre Dumas ma la tentazione è stata troppo forte. Nell’arco degli ultimi mesi abbiamo visitato Cosmoprof, siamo stati a Cosmofarma e ancora più di recente alla serata di premiazione di Accademia del profumo e una differenza inevitabile tra la profumeria e la farmacia ci è immediatamente balzata agli occhi: la presenza o meglio la mancanza del retail. Non ci piace fare paragoni – ma provate a chiedere alle vendeuse come abbiamo fatto nella nostra inchiesta chi sono i competitor del canale selettivo – e il confronto appare inevitabile… Da un lato, a Cosmofarma abbiamo visto i farmacisti partecipare a convegni, portare avanti battaglie di tipo istituzionale e cercare nuove strade per interpretare il proprio ruolo, ripensare il modello di business. E la profumeria? Al di là di pochi rappresentanti intervenuti alla serata di Accademia del Profumo, non l’abbiamo vista. Sarebbe stato interessante assistere a convegni sul futuro del canale e partecipare a tavole rotonde tra industria e distribuzione su come rinnovare la modalità di approccio al consumatore. Se, come appare evidente da quanto ci hanno raccontato gli operatori del settore, Fenapro è considerata non più rappresentativa, perché non creare una nuovo organismo che sia in grado di dialogare con Cosmetica Italia e portare avanti progetti comuni? Banalmente anche comunicare in modo congiunto al consumatore i plus del canale. Come scriveva il nostro scrittore “tutti per uno e uno per