Quali sono i pilastri sui quali possiamo andare a costruire la profumeria del futuro? Lo abbiamo chiesto all’industria, che è concorde nell’indicare la professionalità del servizio e l’innovazione nel prodotto, nel layout del punto vendita e nella comunicazione come le chiavi per attrarre i consumatori, anche giovani, e fidelizzarli. E per il retail? Per Profumeria Beghin (protagonista della nostra copertina), realtà storica legata a doppia mandata con il territorio padovano, è evidente che è la professionalità che fa la differenza, insieme a un calore e un’accoglienza tali che il cliente varca la soglia del punto vendita e si sente come a casa propria. Non a caso il punto vendita è sostanzialmente immutato dagli anni Sessanta. Anche per Lively, pur con uno stile diverso e in un contesto del tutto differente, sono la specializzazione del personale addetto alla vendita e l’accoglienza le leve principali. Lo abbiamo visto nel nuovo format di Rescaldina, in provincia di Milano, nell’ambito di un centro commerciale. Abbiamo fatto due esempi agli antipodi: da un lato un punto vendita storico, un punto di riferimento in un centro cittadino come quello padovano, e dall’altro un negozio moderno che fa della flessibilità e della eco-compatibilita dei punti di forza, eppure entrambi hanno scelto di puntare su una grande professionalità e sul fare sentire il cliente a proprio agio, invitandolo a entrare e a sostare anche solo per un saluto o per vedere le novità. Anche secondo Adelina Napolitano, addetta alla vendita di Sinatra-Ethos Profumerie (cui abbiamo dedicato la nostra rubrica Spazio Vendeuse questo mese) è essenziale il rapporto di empatia che si viene a instaurare con la clientela. E gli altri? Non sappiamo dire quale sia la ricetta migliore in assoluto, ma possiamo dire con certezza che è necessario avere un’identità forte e riconoscibile, offrire un consiglio professionale e instaurare con la clientela un patto di accoglienza.