Il 2015 si è chiuso con segno positivo. Lo affermano i dati di mercato di Npd che rilevano una crescita complessiva dell’1,4% a valore – purtroppo i dati a volume sono e rimangono negativi con un -4,7% – e un incremento percentuale per l’asse delle fragranze che raggiunge il 2,2%, un andamento positivo che segue un 2014 all’insegna della stabilità pur con segnali incoraggianti. Insomma l’alcolico si conferma il business “core” per la profumeria. Sarà un caso che sempre più frequentemente i profumi abbiano fatto la loro comparsa anche in farmacia? Sarà un caso che si siano moltiplicati i corsi di formazione nell’ambito dell’alcolico realizzati in modo specifico per gli addetti alla vendita della farmacia? Siamo abituati a vedere i “nostri” profumi nei casa toilette, certo proposti a prezzi aggressivi ma un po’ abbandonati a se stessi, a libero servizio nella più ampia delle accezioni, ma come un consumatore può pensare di acquistare una fragranza in farmacia? Accanto al paracetamolo e alle salviette detergenti per i neonati? Il selettivo, quando vuole, sa raccontare bellissime storie, in grado di far innamorare le consumatrici di un profumo al pari delle sue note olfattive. Eppure la farmacia ha dimostrato di avere qualche asso nella manica, in primis l’elevato traffico sul punto vendita… Cosa aspettiamo a rimboccarci le maniche e a valorizzare un asse che è parte del Dna del canale? Un canale che non a caso si chiama “profumeria”…