Dopo mesi di perdite lo scorso febbraio il mercato ha registrato il primo segno, speriamo di una lunga serie, positivo. I lanci non mancano, ma non sono neppure eccessivi come poteva accadere negli anni passati. Forse la bufera è passata del tutto, forse subiremo ancora per molto gli strascichi di una crisi che ha drasticamente ridimensionato tanto la capacità di spesa quanto la fiducia degli italiani. Ma tiriamo le somme degli ultimi tempi e guardiamoci intorno. La profumeria è oggi più consapevole che in passato della propria inadeguatezza nel soddisfare le esigenze di una parte dei consumatori, ma conosce anche meglio i propri punti di forza: la qualità dei prodotti, supportati da importanti investimenti in advertising, e la preparazione del personale. Capitalizziamo su questi aspetti e costruiamo il futuro del canale su queste fondamenta. Facciamo in modo che il consumatore che entra in profumeria sia in grado di individuarne immediatamente l’unicità e i tratti distintivi. Non confondiamolo proponendogli gli stessi prodotti in canali diversi – fa male vedere anche le ultime novità in termini di fragranze all’interno dei casa toilette di periferia – ne tantomeno spaesiamolo con offerte urlate o personale indifferente al suo ingresso. Accogliamolo, coccoliamolo e proponiamogli ciò che non può trovare altrove. Restituiamo la sua identità alla profumeria.