Cosmetica Italia: e-commerce e profumeria registrano le dinamiche di crescita più importanti
Il responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia, Gian Andrea Positano

Il settore cosmetico conferma la sua tenuta, nonostante le incertezze dello scenario mondiale e nazionale. Lo attestano le rilevazioni congiunturali a cura del Centro Studi di Cosmetica Italia, presentate oggi presso la Sala Convegni di Intesa Sanpaolo, che illustrano i dati preconsuntivi 2019 e le previsioni relative al primo semestre 2020. Le stime di chiusura 2019 segnalano una crescita del 2,3% per il fatturato globale del settore cosmetico con un valore di 11,9 miliardi di euro; seppur in rallentamento, le esportazioni mostrano la propria dinamicità con un valore di 5 miliardi di euro (+2,9% rispetto al 2018) e incidono in maniera positiva sulla bilancia commerciale che si avvicina ai 2,9 miliardi di euro (+5,5% rispetto al 2018). «Nel panorama manifatturiero l’industria cosmetica italiana esercita un forte richiamo sui mercati internazionali collocandosi, nel confronto con settori contigui, solo dopo vino e moda per i valori del saldo commerciale. La cosmesi è un’industria che fa bene al Paese, in grado, anche in contesti di incertezza, di reagire positivamente investendo in ricerca e sviluppo per rafforzare la qualità dell’offerta” – ha dichiarato il presidente di Cosmetica Italia, Renato Ancorotti. Positive le performance anche sul fronte del mercato interno: i preconsuntivi 2019 registrano una crescita del 2% della spesa degli italiani per un valore di oltre 10,3 miliardi di euro con analoghe previsioni per il 2020. Un andamento positivo contraddistingue profumeria (+2%) e farmacia (+1,8%), rispettivamente secondo e terzo canale per la vendita di cosmetici in Italia; il mass market, che invece rappresenta oltre il 40% della distribuzione, indica una chiusura 2019 a +0,6%. L’attenzione verso i cosmetici a connotazione naturale determina il +1,4% segnalato dal canale erboristeria per fine 2019, mentre le dinamiche in continuo divenire dell’e-commerce generano ancora una volta trend superiori agli altri canali (+22% per fine 2019). Le vendite dirette risentono, al contrario, dello spostamento verso forme di distribuzione più innovative e registrano un andamento statico a fine 2019. Infine, il contoterzismo che, ponendosi trasversalmente rispetto ai canali consente di comprenderne l’evoluzione nel medio-lungo termine, segnala a fine anno una crescita del +3,5%. “Assistiamo a una crescente contaminazione tra canali classici e nuove forme di distribuzione che raccolgono il consenso dei consumatori. L’omnicanalità spinge le imprese a rivedere le proprie strategie, creando nuove forme di disintermediazione” – ha commentato il responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia, Gian Andrea Positano.