La competitività elevata delle aziende della cosmetica lo rende uno dei settori trainanti dell’industria italiana. Questo, come riporta Il Sole24Ore, uno dei dati che emergono da un’analisi realizzata da Intesa SanPaolo sui bilanci 2016 di circa 47mila imprese manifatturiere, 324 delle quali specializzate nel beauty. Il fatturato delle aziende della cosmesi tra il 2008 e il 2016 è aumentato in media del 36,3%, tra i settori specializzati in beni di consumo solo la farmaceutica ha avuto un incremento maggiore, con un 41,7%., mentre al terzo posto si posiziona l’occhialeria (+35,8%). L’importante crescita dei ricavi è stata accompagnata da un rafforzamento della redditività, salita al 7,4% in termini di Ebit margin, pari +1,5% rispetto al complesso del manifatturiero italiano. Hanno fatto la differenza gli investimenti in innovazione e in capitale umano qualificato, come dichiara al Sole24Ore Giovanni Foresti della Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo: “Questi risultati non sono casuali ma sono il frutto di mirati investimenti in comunicazione, qualità, internazionalizzazione, tecnologia e capitale umano. La quota di imprese della cosmetica con marchi registrati a livello internazionale, certificati di qualità, brevetti, partecipate estere e certificati ambientali è significativamente più alta rispetto al complesso del manifatturiero italiano. Non a caso in questo comparto il peso delle immobilizzazioni immateriali è quattro volte tanto il dato medio italiano. La diffusione di queste strategie è particolarmente alta tra le start-up, che presentano un’elevata dinamicità e possono diventare i campioni di questo comparto nel futuro”.