Le aziende familiari italiane – in particolare quelle con un fatturato è superiore ai 50 milioni di euro – crescono a un tasso più elevato di quelle non familiari. Lo afferma l’Ottavo Osservatorio AUB (AIdAF, UniCredit, Bocconi) sulle aziende familiari italiane curato da Guido Corbetta e Fabio Quarato della Cattedra AIdAF-EY di Strategia delle aziende familiari in memoria di Alberto Falck presso l’Università Bocconi di Milano. Fatti 100 i ricavi del 2007, nel 2015 le imprese familiari medio-grandi erano arrivate a 145,2, le altre a 131,8. Le stesse cifre, per le imprese tra i 20 e i 50 milioni di fatturato, erano 145,8 per le familiari e 142,6 per le non familiari.
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Nel quadro di un mercato interno stagnante, il motivo principale del ritmo di crescita più veloce sembra essere una maggiore propensione a concludere operazioni di acquisizione o joint venture all’estero. Mentre le aziende non familiari concludono in Italia il 73% delle loro acquisizioni e il 27% all’estero, le imprese familiari si spingono all’estero nel 45% dei casi e rimangono in Italia per il 55% delle acquisizioni. Dopo la crisi, inoltre, sono state ancora le imprese familiari a osare di più, spingendosi in paesi più distanti dal punto di vista culturale” si legge nel report nel quale Guido Corbetta spiega: “Abbiamo individuato tre modelli di successo, a stadi diversi del ciclo di vita di un’azienda. Per le imprese familiari di prima generazione è essenziale la leadership familiare del fondatore che può anche essere non più giovane. Tale modello funziona indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda. In un momento successivo, l’azienda deve scegliere se puntare sulla crescita o diventare un campione di redditività, mantenendo però dimensioni limitate. Nel caso delle piccole dimensioni risultano premianti il mantenimento di una leadership familiare e un cda chiuso ai non familiari. Le aziende più grandi di maggiore successo sono, invece, caratterizzate dall’assenza del fondatore, sostituito da un leader più giovane, un consiglio di amministrazione aperto e una leadership che può aprirsi ai non familiari