Polvere libera o compatta, da applicare con piumino o pennello, la cipria opacizza e uniforma l’incarnato in pochi istanti. È un cosmetico dalle origini antichissime: nato in Cina, fece la sua comparsa in Europa a partire dal XV secolo. Il suo nome deriva da Cipro, l’isola del mar Mediterraneo consacrata in età classica a Venere, dea della bellezza e dell’amore. Oggi la cipria è il cosmetico indispensabile per un make up perfetto e un simbolo di raffinata femminilità, complici le dive di Hollywood che si alzavano dal tavolo del ristorante per “andare a incipriarsi il naso”. “La sua formula è caratterizzata dalla presenza di minerali come mica, silica o talco, e sostanze opacizzanti”, spiega Mila Ferrari, formatrice e coordinatrice dei corsi di trucco presso la scuola BCM di Milano, “nella formula compatta le polveri minerali sono tenute insieme da amidi, collanti vegetali di cui il processo di pressatura meccanica ha bisogno. Nelle polveri di ultima generazione, invece, sono presenti soprattutto siliconi, particelle molto sottili e leggere, che garantiscono un risultato più trasparente e meno stratificato sul viso”. Paolo Panczyk, direttore artistico della scuola di make up Studio 13 di Roma specifica: “La formula della cipria determina l’effetto finale: più talco contiene e più il risultato sarà pesante. Il trend è invece verso un finish sempre più naturale e trasparente”. La funzione della cipria è duplice: opacizza la pelle, assorbendo il sebo in eccesso, e fissa il make up, donando alla pelle un effetto vellutato e setoso. “In particolare”, aggiunge Paolo Panczyk, “la cipria compatta è perfetta per ritocchi veloci del trucco nel corso della giornata, è comoda da portare in borsa e spesso corredata di spugnetta per l’applicazione e specchio. Quella in polvere, invece, garantisce la tenuta dei prodotti cremosi ed è anche consigliata come step intermedio tra il fondotinta e prodotti polverosi, come la terra, che potrebbero creare macchie”. Anche Mila Ferrari di BCM afferma che a livello professionale la cipria non dovrebbe essere usata su pelle nuda e specifica: “L’unico caso in cui la usiamo da sola è quando trucchiamo gli uomini, che hanno bisogno di un colorito trasparente e opaco e di solito hanno la pelle più grassa”. Nel trucco quotidiano però, l’uso della cipria viene spesso trascurato a vantaggio di terre che colorano e illuminano e di fondotinta che contengono polvere al loro interno, perché si crede erroneamente che la cipria dia stratificazione sul viso e quindi un effetto meno naturale. È però questione di tipologia di cipria e di applicazione, continua Paolo Panczyk: “per non mettere in evidenza i segni di espressione e avere un risultato naturale si può applicare la polvere libera con un pennello e solo in certe zone del viso, evitando il contorno occhi e la zona naso-labiale. Per ottenere invece un fissaggio per tutto il giorno è preferibile utilizzare il piumino”. Dello stesso avviso Mila Ferrari: “La cipria si applica in due modi: con un piumino, in gommapiuma o in velluto, per un finish più opaco e sulle zone più lucide, o con un pennello per un effetto più uniforme, leggero e luminoso”. Non ci sono controindicazioni, è un cosmetico adatto a tutte le pelli, anche se per quelle più disidratate o segnate dall’età sarebbe meglio scegliere un’emulsione, formata da una parte oleosa e da una acquosa, o una polvere micronizzata che si fonde con l’incarnato e non segna. “Queste nuove ciprie possono essere utilizzate su tutti i tipi di pelle, è sufficiente che non ci siano screpolature” racconta il direttore artistico di Studio 13 “e sono molto usate anche nel trucco televisivo. Se infatti in passato la televisione utilizzava un metodo di ripresa che agiva come filtro alleggerendo il trucco delle persone che stavano al di là dello schermo, oggi, con l’arrivo dell’alta definizione, il make up si vede e c’è stato bisogno di rendere più trasparenti le texture dei prodotti utilizzati. Le ciprie micronizzate sono perfette perchè leggerissime e impalpabili”. Per non appesantire il make up e ottenere un risultato naturale bisogna scegliere la tonalità che si avvicina il più possibile a quella della carnagione, anche se come spiega la docente di BCM: “Esistono sul mercato anche ciprie di colori molto distanti da quello naturale dell’incarnato, come per esempio lilla, rosa, verde…che vengono usate per cambiare la dominante cromatica, giocando sui colori complementari”. Un prodotto dalle molteplici formule e texture, per soddisfare le esigenze di tutte le donne che vogliono riscoprire la perfezione di una pelle di porcellana come le grandi dive del cinema.