La giornata Zero Waste Day organizzata da Yves Rocher Italia lo scorso 10 luglio è stata una giornata di team building che coinvolto tutti i dipendenti della filiale italiana a ripulire un’area dai rifiuti raccogliendo 1.600 chilogrammi di rifiuti contribuendo nella bonifica del Parco Vittorini di Milano insieme ai volontari di Legambiente. “Questo progetto è stato il punto di partenza per le attività mirate che proseguiranno per tutto l’arco dell’anno legate al progetto #ActBeautifulChallenge, nato per sensibilizzare quale sia effettivamente l’impatto umano nei confronti dell’ambiente e per consapevolizzare sul fatto che, impegnandoci in prima persona a svolgere tutti i giorni piccoli gesti di bellezza verso l’ambiente, verso gli altri e verso noi stessi, possiamo insieme migliorare la società in cui viviamo: dalla scelta di usare la bicicletta piuttosto che l’auto, al sostituire utensili usa e getta con oggetti riutilizzabili” – si legge nella nota stampa. La madrina del progetto è Camilhawke che ha lanciato la sfida e invitato gli utenti a postare i propri gesti #ActBeautifulChallenge. I dipendenti Yves Rocher sono coinvolti in prima persona per tutto l’anno a presentare progetti volti a migliorare l’impatto ambientale in azienda e ad affinare la propria responsabilità ambientale e sociale. Durante la giornata Zero Waste, oltre a ripulire l’area del parco dai rifiuti, il team è stato impegnato in attività di team building fra cui una caccia al tesoro che ha permesso loro di montare 20 biciclette donate a Dynamo Camp, associazione con la quale Yves Rocher ha instaurato una collaborazione.  L’azienda ha, inoltre, sviluppato una partnership con Wami, “Water with a Mission”, che ha sviluppato delle borracce brandizzate “We R Change”. Con ogni acquisto di una singola borraccia si donano 100 litri di acqua, contribuendo alla realizzazione di progetti idrici in villaggi bisognosi. “Con questa collaborazione anche Yves Rocher Italia ha contribuito a cambiare il mondo: con l’acquisto delle borracce il brand garantisce accesso all’acqua potabile a chi ne ha più bisogno ed è possibile, attraverso un codice, misurare il contributo della filiale italiana” – si legge nella nota aziendale.