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Dobbiamo essere indimenticabili

Dobbiamo essere indimenticabili

Che la pressione competitiva aumenti è indubbio. La profumeria è pressata da un lato dalla farmacia, complice il camice bianco e un posizionamento prezzo decisamente più accessibile del selettivo – è inutile che continuiamo a negarlo fingendo che la capacità di spesa degli italiani sia la stessa di dieci anni fa, anzi paradossalmente che sia maggiore, dati gli aumenti di listino degli ultimi anni –, e dall’altro lato dall’e-commerce che, vuoi per una questione di comodità vuoi per una maggiore scelta assortimentale, conquista un target sempre più ampio. In mezzo i drugstore, che magari non soddisfano un bisogno di coccola o di autogratificazione ma certamente propongono un beauty performante a un prezzo accessibile, e i monomarca che stanno facendo un grandissimo lavoro di immagine e di consolidamento dei propri brand. Ve ne citiamo solo due a titolo esemplificativo: Kiko Milano e Yves Rocher. In un simile contesto la profumeria cosa può fare? Semplice: offrire la migliore esperienza di bellezza e benessere per il consumatore. Come? Accogliendo la clientela al meglio, stupendola con qualcosa di nuovo ogni volta che entra in store, che sia un device per analizzare la propria pelle o un trattamento omaggio, oppure un brand nuovo da provare, non offrendogli semplicemente valori o servizi, ma valori in cui l’interlocutore si possa riconoscere e identificare. L’industria sta già facendo tutto questo. E il retail?

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