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Farmacisti pronti allo sciopero

Dopo l’ennesimo nulla di fatto al tavolo negoziale per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro delle Farmacie Private, i farmacisti potrebbero fare sciopero
Farmacisti pronti allo scioperoGettyImages/ Minerva Studio

Farmacisti pronti allo sciopero. Dopo l’ennesimo nulla di fatto al tavolo negoziale per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro delle Farmacie Private, i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno annunciato della mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. Le ragioni sono nel mancato accordo sul fronte dell’aumento salariale, che Federfarma propone a 120 euro lordi. “Una proposta completamente scollegata dalla realtà economica del settore e dalle legittime aspettative di farmaciste, farmacisti e addetti delle farmacie private che ogni giorno garantiscono un servizio essenziale alla cittadinanza” affermano Filcams, Fisascat e Uiltucs, in un ocmunicato del 12 giuno nel quale affermano anche: “In assenza di un cambiamento di rotta da parte datoriale – concludono i sindacati – la mobilitazione è oggi l’unico strumento efficace per rivendicare un contratto dignitoso e all’altezza del lavoro svolto ogni giorno nelle farmacie. Per questo sarà fondamentale il coinvolgimento attivo di tutte le strutture territoriali e il massimo sostegno da parte delle lavoratrici e dei lavoratori del settore”. Federfarma da parte sua scriveva in un coomunicato stampa del 16 maggio: “Federfarma considera il Contratto Collettivo Nazionale dei Dipendenti di Farmacia Privata uno strumento fondamentale per valorizzare la professionalità dei collaboratori delle farmacie e, al tempo stesso, garantire l’efficienza e la sostenibilità della farmacia come presidio sanitario di prossimità, ma anche come impresa. In questo contesto Federfarma prende atto, con rammarico che, nell’incontro del 13 maggio scorso, i Sindacati hanno dichiarato di voler interrompere le trattative per il rinnovo del CCNL in considerazione della distanza, che al momento si registra, fra la richiesta di incremento economico formulata dalle rappresentanze del personale dipendente (360 euro lordi) e la proposta iniziale avanzata da Federfarma (120 euro lordi). Al di là dell’aspetto strettamente salariale, che pure è estremamente rilevante, va considerato che, già con il precedente rinnovo del CCNL, oltre a un aumento salariale, era stata riconosciuta ai dipendenti di farmacia una serie di altri vantaggi, quali: l’assistenza sanitaria integrativa, cioè la possibilità di avvalersi, grazie a un contributo economico versato dal datore di lavoro, di prestazioni sanitarie integrative previste da due piani sanitari, uno per i farmacisti e uno per i non farmacisti; la previdenza complementare; prestazioni aggiuntive erogate dall’Ente Bilaterale, un organismo di cui fanno parte sia Federfarma che i Sindacati, quali i contributi previsti a favore dei dipendenti per l’assistenza a familiari non autosufficienti e per la frequenza da parte dei figli dell’asilo nido. Partendo da questi elementi innovativi già presenti nel precedente CCNL, Federfarma ha messo sul tavolo delle trattative per il rinnovo del Contratto, in risposta alla piattaforma dei Sindacati, una ulteriore serie di importanti proposte che comportano diversi vantaggi sia di tipo economico che di riconoscimento professionale per i dipendenti di farmacia. Le proposte di Federfarma, infatti, prevedono: una rimodulazione dell’attuale declaratoria del livello Q2 (livello di inquadramento intermedio) al fine di consentire un più ampio riconoscimento della professionalità ai farmacisti collaboratori; l’introduzione di un ulteriore livello di inquadramento, con correlata attribuzione di un diverso incremento economico, tra il Q1 (livello di inquadramento più elevato) e il Q2, che riguarda i farmacisti cui potranno essere assegnate ulteriori responsabilità; l’inserimento di nuove figure professionali che siano in grado di assicurare l’esecuzione di compiti ed attività amministrative oggi gravati sui farmacisti collaboratori; l’impulso e la concreta attuazione della contrattazione integrativa regionale o aziendale al fine di consentire l’erogazione da parte del datore di lavoro di premi di produzione e/o di risultato e, dunque, di riconoscimenti economici sottoposti a tassazione ridotta per i dipendenti; riconoscimento di prestazioni di welfare; l’incremento della maggiorazione salariale per il lavoro supplementare svolto dai dipendenti in part-time; l’integrazione al 100% da parte del datore di lavoro del trattamento previsto durante il congedo di maternità; la definizione di un monte ore per la formazione ECM in orario di lavoro su temi concordati con il titolare/responsabile; una precisa definizione dell’orario diurno e dell’orario notturno in cui scattano le maggiorazioni retributive; un incremento del periodo di mantenimento del posto di lavoro per i dipendenti affetti da malattie che prevedano l’utilizzo di terapie salvavita; l’introduzione di un congedo per le vittime di violenza di genere”.

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