Il beauty riparte dall’e-commerce
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Il beauty riparte dall’e-commerce. Secondo un’analisi di Cross Border Growth Capital, la pandemia ha frenato il mercato Beauty & Personal Care (B&PC) ma ora il settore punta a una forte ripresa, per raggiungere i 616 miliardi di dollari entro il 2025. Cresce soprattutto l’e-commerce, che raggiungerà i 28 miliardi di euro di vendite nel 2024 solo nel Vecchio Continente. A trainare il beauty “digitale” saranno soprattutto le subscription box, il cui mercato si avvicinerà agli 875 milioni di dollari entro il 2024 in Europa. In Italia a guidare il trend per numero di box vendute, presenza sui social ed iscritte alla community è Abiby, cresciuta nel 2020 del +170% in termini di fatturato.
Nel 2020 il mercato Beauty & Personal Care (B&PC) ha raggiunto un valore globale di 483.3 miliardi di dollari, registrando rispetto al 2019 un calo del 5% del valore di mercato. Ad influenzare la tendenza senza dubbio la pandemia ma, dato il futuro miglioramento della situazione sanitaria e la riduzione dell’incertezza sulle prospettive economiche mondiali, si prevede una forte ripresa del settore, destinato a raggiungere un valore pari a $616 miliardi entro il 2025, con un CAGR del 5.0% (Statista, 2020 & Growth Capital extraction).
L’Asia rappresenta il mercato più rilevante (38%), seguita da Europa (24%) e Stati Uniti (18%). Guardando al dettaglio dei Paesi europei, quelli con i maggiori mercati del beauty sono Germania (14.9 miliardi di euro), UK (12.9 miliardi) e Francia (12.5 miliardi); Italia e Spagna valgono circa il 50% del mercato tedesco, ma presentano comunque opportunità di crescita interessanti in quanto penetrabili senza la necessità di ingenti investimenti in marketing.
Questa la fotografia che emerge dall’analisi “Beauty & Personal Care economy report” realizzata da Cross Border Growth Capital, advisor leader in Italia per aumenti di capitale e operazioni di finanza straordinaria per startup e PMI.
Il segmento più importante (45%) è quello relativo ai prodotti per la Cura della Persona che, con un valore di 215 miliardi di dollari nel 2020, prevede di raggiungere i 268.5 miliardi di dollari entro il 2025. Seguono il segmento rappresentato dai prodotti per la Cura della Pelle (27%) che vale 169,2 miliardi di dollari, e quello dei cosmetici, che rappresenta il 18% del mercato globale B&PC e mostra il futuro più promettente: si prevede una crescita con un CAGR del 6,4% nei prossimi 5 anni e una dimensione di 118,5 miliardi di dollari entro il 2025. Infine, le Fragranze giocano un ruolo marginale, con una quota di mercato del 10%.
In media, i brand e i retailer beauty hanno registrato un aumento del 20-30% nelle loro vendite online rispetto ai livelli pre-Covid-19, con anche qualche caso di raddoppio dei ricavi provenienti dell’e-commerce (McKinsey, 2020). “Il mercato europeo del beauty & personal care sta attraversando una fase di grande vivacità guidata dal rafforzamento della penetrazione online e l’aumento della propensione di spesa pro-capite”, spiega Lorenzo Triboli, Associate di Cross Border Growth Capital. I players del mondo del beauty dovrebbero quindi dare la priorità ai canali digitali per catturare e convertire l’attenzione dei clienti esistenti e potenziali considerando che il 34% dei consumatori è digital beauty shopper, cioè acquista regolarmente prodotti di bellezza attraverso rivenditori online (Euromonitor, 2020).
“Il segmento ecommerce raggiungerà 28 miliardi di euro di vendite in Europa nel 2024, crescendo 5 volte più velocemente del canale tradizionale. La Germania, con un peso del canale online pari al 31% del mercato totale, rappresenta il mercato più grande, valutato 4.6 miliardi di euro. Italia e Spagna – continua Triboli – risultano invece i Paesi, tra quelli presi in considerazione, meno digital-oriented (rispettivamente 15% e 22%). L’Italia in particolare, con 1,3 miliardi di euro di vendite, risulta un Paese di dimensione minore ma molto interessante, dal momento che presenta margini più elevati per la diffusione dell’online e vanta un CAGR previsto per il 2020-2024 superiore al 10%”.