Stiamo vivendo gli ultimi mesi del 2017, quelli più importanti perché è qui che si gioca il Natale e con questo l’intera chiusura dell’anno, ma siamo già proiettati verso il 2018. Da adesso in poi si inizierà a parlare degli accordi commerciali per i dodici mesi a venire. Inevitabile quindi fare qualche bilancio. Che cosa non ci ha convinto del 2017? Sicuramente è stato un periodo di grande fermento, soprattutto nel retail. Sono nate nuove realtà distributive, altre si sono consolidate, altre ancora si sono sviluppate. E sul fronte industriale? Abbiamo visto tanti prodotti e importanti investimenti per sostenerli. Eppure il traffico nei punti vendita non è aumentato rispetto al passato. Che cosa non ha funzionato?

Certo una volta era sufficiente pianificare uno spot in prime time su una rete Rai o Mediaset per avere un’impennata di vendite. Ora non è più così. Il digital non può essere la panacea di tutto perché il 40% della popolazione italiana (fonte: Osservatorio Multicanalità di Nielsen, School of Management Politecnico di Milano e Zenith Italy) non si connette a Internet. Tante volte abbiamo detto che è necessario ripensare il modello della profumeria, ma allo stesso tempo è anche necessario rivedere il modo di comunicare dell’industria. Che sia nel segno dell’esperienza o meglio della sperimentazione sul punto vendita come racconta la nostra intervistata di copertina? Forse. Ma certamente non si può prescindere dalla stampa e dalla televisione. La soluzione non è univoca ma è indubbio che il media mix debba trovare nuovi equilibri.