Tante le voci e innumerevoli le indiscrezioni, alla fine è giunta la conferma dell’acquisizione di Limoni e La Gardenia da parte di Douglas che diventa così il primo player in Italia con oltre 600 punti vendita, seguito a grande distanza dalle altre catene nazionali: Sephora e Marionnaud rispettivamente contano 131 e 124 profumerie, ovvero poco più di un quinto di quelli controllati da Douglas. Rispetto a qualche anno fa, non troppi a dire il vero, il mercato ha attuato un processo di concentrazione che non riguarda solo le catene. Anche gli indipendenti hanno compreso la necessità di aggregarsi. Se prendiamo in considerazione esclusivamente i retailer con più di cento punti vendita in Italia, infatti, la mappa della profumeria italiana che ne emerge è così composta: Douglas appunto con più di 600 store, Ethos Profumerie che ne detiene 232, Naïma Group con 204 e il neonato Consorzio Sud (lo chiamiamo così per comodità, è la realtà formata da Gargiulo & Maiello, Beautyprof, Estasi e Mallardo) con 150; seguono Sephora e Marionnaud. Questo oggi, ma è possibile che si formino anche altri consorzi. Lo spazio in Italia c’è, a differenza di quanto accade in altri Paesi europei. Ci sono, infatti, alcune catene regionali e indipendenti forti, che al momento non aderiscono ad alcuna forma di aggregazione ma che, prima o poi, potrebbero decidere diversamente. Ciò che sappiamo fin da ora è che per tutti i retailer è necessario prepararsi a fronteggiare una concorrenza sempre più pressante. I pesi sono cambiati e lo scenario è mutato. Che tutto ciò permetta di progettare il futuro in modo costruttivo è tutto da vedere…