In attesa dell’approvazione dell’Antitrust per l’operazione Douglas-Llg, Fabio Pampani, attuale amministratore delegato di Llg-Leading Luxury Group e “con ogni probabilità alla guida della nuova realtà” come scrive il Corriere Economia, in un’intervista al quotidiano ha ricordato i passaggi fondamentali del suo lavoro di questi ultimi anni: “Quattro anni e mezzo fa ci davano dei matti. Io venivo da Coin per andare in una società, Limoni, in procedura fallimentare. Ho scommesso prima di tutto su me stesso. Oggi siamo stati guardati dai più grandi fondi internazionali e sta nascendo un importante polo del beauty italiano. Se si tagliano solo i costi, l’azienda muore. Noi abbiamo investito 27 milioni di euro in quattro anni nei nostri negozi e l’85% degli investimenti sono stati fatti in attività che fossero visibili dal cliente. (…) Il risanamento di un’impresa che, come noi, ha una quota del 30% fa bene a tutti.” Pampani sottolinea inoltre l’importanza dei servizi: “Il nostro Dna è il retail e abbiamo capito che dovevamo cambiare facendo leva su servizi collaterali alla vendita che solo l’esser umano può dare. Chi è stato antesignano su questo è stato il mondo dell’elettronica, della connessione, dove tutti i venditori di sistemi hanno venduto i loro servizi a pagamento. È una strada che stiamo percorrendo anche noi: quando una cliente viene a fare una lezione di make up due giorni alla settimana, noi facciamo pagare un valore relativo di 20 euro tramutabile in acquisti o buono acquisto. Negli ultimi due anni abbiamo tenuto 25-30mila lezioni.” Infine un commento sull’andamento del mercato: “Si vendono meno pezzi ma a un prezzo più alto e di qualità maggiore, questo fa una differenza in termini prospettici perché le quote di mercato si fanno con i pezzi venduti. Ma è un processo che si vede un po’ in tutte le industry e nella nostra è sempre più evidente che il cliente, dove può, inizia a preferire prodotti medio-alti.” In ultimo, il digitale: “Si diceva che non avrebbe sfondato perché pesa per il 2%. Ma cresce del 100% l’anno, il che vuol dire che l’anno prossimo peserà il 4% e così via”.