“Le mie priorità sono l’ascolto e la prossimità nei confronti dei partner del retail. Nello stesso modo in cui L’Oréal è promotrice della bellezza italiana nel mondo; personalmente voglio essere un motore, un supporto ai grandi cambiamenti che vedo vitali e necessari nel selettivo italiano. Noi e la distribuzione dobbiamo creare insieme valore e ribadire ogni giorno al consumatore italiano che l’esperienza in punto vendita è unica e insostituibile. Il mio commitment è continuare a offrire questo portafoglio meraviglioso, questa capacità di innovare, di interpretare le evoluzioni del mercato, di creare traffico in store – non dimentichiamo che siamo il primo investitore del lusso sui media in Italia – e di accrescere il tasso di conversione grazie ai device beauty tech. Tutto questo lo mettiamo a disposizione della distribuzione. Però è necessario essere in due per ballare. Sono molto fiducioso, ma molto lucido. Sono molto positivo perché la potenza di fuoco è enorme, i partner li abbiamo e rispettiamo la storicità della distribuzione italiana che è molto forte e rappresenta un unicum nel panorama internazionale. Però siamo lucidi per- ché il mercato sta cambiando e noi dobbiamo essere in grado di abbracciare il cambiamento”. È quanto ci racconta Olivier Tessler, da ottobre 2024 Direttore Generale Lusso di L’Oréal Italia, con il quale abbiamo fatto il punto sul mercato del selettivo italiano e sulla sua evoluzione.
Sulla base della sua esperienza all’estero e in particolare in Giappone, quali sono gli elementi distintivi del consumatore italiano?
In un percorso di 20 anni in L’Oréal ho avuto la fortuna di lavorare in vari Paesi in Europa e di occuparmi di travel retail in Asia. Ho lavorato anche in Italia dal 2021 al 2023 guidando il Polo Excellence ed è stato un vero e proprio colpo di fulmine, tant’è che nell’autunno del 2024 sono rientrato in questo Paese magnifico per guidare la divisione Luxe. Ma fino a quel momento sono stato deputy general manager per il brand Shu Uemura in Giappone. Ho avuto quindi la fortuna di fare esperienza diretta del consumatore asiatico, in particolare giapponese, e del suo essere estremamente esigente perché la bellezza è percepita come un anello fondamentale del benessere, quasi una filosofia di vita secondo cui la pelle è lo specchio della salute. Ecco il perché di routine beauty estremamente complesse. Quando sono arrivato a Tokyo ero affascinato dal ruolo fondamentale svolto dai servizi in store: le consumatrici si recavano nei punti vendita per farsi truccare e tutto avveniva secondo un rituale speciale e con una qualità di esecuzione meravigliosa. Ho imparato molto e compreso il margine di miglioramento che abbiamo in Europa, e anche in Italia, nel tendere a un’eccellenza simile a quella giapponese. Uno dei punti di forza di un’azienda multinazionale come L’Oréal è che nel costruire una partnership con il retail facciamo tesoro di modelli appresi in altri luoghi del mondo.
Peraltro si dice che il consumatore italiano e quello giapponese siano meno diversi rispetto a quanto sembra…
Gli elementi di somiglianza sono numerosi. Entrambi i mercati sono molto esigenti. L’intensità del rapporto con la bellezza è simi- le in Italia e in Giappone ma l’esecuzione è diversa. L’Italia ha un rapporto forte con il fashion, con la moda, e questo mi fa pensare alla raffinatezza giapponese, anche se l’interpretazione che i consumatori dei due Paesi ne danno è diversa. C’è peraltro un aspetto molto interessante: l’Italia e il Giappone sono i Paesi più vecchi al mondo. In Italia nel 2050 un terzo della popolazione avrà più di 65 anni. Eppure in questo Paese le persone mature si sentono an- cora molto giovani. In Italia le persone iniziano a definirsi anziane dopo i 70 anni, in Europa dopo i 57 anni. In Italia il 55% delle donne over 50 lavora ancora e il 59% pratica sport regolarmente. Questo è importante per il beauty perché si tratta di consumatori con un’elevata capacità di spesa, il che è particolarmente significativo perché il 40% di coloro che acquistano prodotti di bellezza ha più di 55 anni, addirittura una su tre è over 55 nella cura del viso. Quindi ci sono delle somiglianze interessanti ma ritengo che l’I- talia sia un mercato con grandissime opportunità. È il motivo per cui sono tornato in questo Paese. Al di là dell’interesse personale per l’arte e la cultura, per la moda e la natura, mi è piaciuto molto lo spirito imprenditoriale e l’accoglienza che mi hanno riservato i diversi imprenditori che ho incontrato in questi mesi. L’Italia è un Paese unico, dove le catene internazionali si confrontano con gruppi di regionali e indipendenti che conoscono la propria clientela per nome. Questa è la forza della profumeria italiana. Una forza che si sposa perfettamente con un portafoglio come quello di L’Orèal Luxe nel quale spiccano brand italiani come Giorgio Armani, Miu Miu, Prada e Valentino, che ci rendono ancora più rilevanti.
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