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I bilanci delle profumerie

La prima edizione del rapporto analizza i risultati realizzati nel 2011 da 111 ragioni sociali

Beauty Business realizza la prima edizione del rapporto I bilanci della Profumeria con l’obiettivo di fornire un quadro dell’andamento economico dei retailer, individuando indicatori delle performance confrontabili tra i vari soggetti. Il punto di partenza è rappresentato dai bilanci di esercizio depositati dalle singole aziende (società a responsabilità limitata, società per azioni, società in accomandita per azioni, società consortili ecc.) all’Ufficio del registro imprese presso la Camera di commercio. Il rapporto prende in analisi 111 ragioni sociali che sviluppano un fatturato di 2,035 miliardi di euro. Escludendo Limoni, l’indagine si focalizza su 110 ragioni sociali, che insieme realizzano un valore della produzione di 1,711 miliardi di euro e hanno costi per 1,644 miliardi di euro, per un margine netto del 3,91%. I ricavi dalle vendite sono pari a 1,654 miliardi di euro, mentre il costo degli acquisti a 1,101 miliardi di euro. Ne deriva un margine di primo livello, importante indicatore dell’operatività aziendale, pari al 33,43%. Nel 2010 il fatturato si è attestato a quota 1,573 miliardi di euro con un margine del 3,93%, mentre i ricavi dalle vendite hanno raggiunto gli 1,532 miliardi di euro, per un margine di primo livello del 33,15%. Dal 2010 al 2011 il margine di primo livello registra quindi una sostanziale stabilità. Crescono invece dell’8,72% il fatturato totale e dell’8% i ricavi dalle vendite. Il valore dei magazzini (analisi nella quale sono coinvolte 105 insegne) si attesta per il 2011 a 273,818 milioni di euro, mentre per il 2010 a 238,306 milioni di euro, con un incremento del 14,9% da un anno all’altro. Sempre relativamente al magazzino, il periodo delle scorte sale dai 103 giorni del 2010 ai 111 dello scorso anno. I giorni di pagamento (analisi nella quale sono coinvolte 92 insegne) sono stati in media 102, in aumento di una giornata sul 2010. Sul numero complessivo di 110 ragioni sociali sono 86 quelle che chiudono con un risultato ante imposte positivo, 11 hanno un valore negativo compreso tra lo zero e l’1,9%, 8 sono quelle tra il 2% e l’8%, mentre 5 tra il 10% e il 43,43%, in alcuni casi si tratta di pochi euro – poco più di un migliaio – in altri si arriva a milioni di euro.

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IL CANALE SELETTIVO IN CIFRE

Secondo Npd, nel 2011 il giro d’affari della profumeria è stato pari a 1,99 miliardi di euro, in crescita dello 0,4% sul 2010. I risultati non sono stati, invece, stabili a volume: è diminuito il numero di unità a scontrino. Il numero di unità vendute è stato pari a circa 88 milioni, quasi il 3% in meno del 2010. Le fragranze si confermano il primo asse per valore del mercato e il secondo, dietro il trattamento, a volume. In particolare nel 2011 i profumi hanno realizzato un giro d’affari di 818 milioni di euro, in crescita dell’1,4% sull’anno precedente. A volume l’anno si chiude in negativo, con una perdita del 3,6% nel numero di pezzi venduti, controbilanciata da un aumento dei prezzi medi del 5,2%. Lo skincare ha avuto performance negative nel primo semestre positive in chiusura di anno. Complessivamente l’asse è stabile a valore, mentre in perdita a volume (-6,7%). Il terzo asse, infine, quello del make up perde l’1,1% a valore e l’1,3% a volume, questo a fronte di una sostanziale tenuta dei prezzi.

Alcune classifiche dei top 10 retailer della nostra analisi, effettuate considerando solo le società con un fatturato di almeno 10 milioni di euro. Kiko è la prima azienda per fatturato in Italia, con un balzo di ben quattro posizioni rispetto all’anno precedente, seguita da Consorzio Promotre e Dmo. Douglas, La Gardenia Beauty e Gargiulo & Maiello sono, nel ranking, le prime profumerie nel senso stretto del termine. Tra i migliori “pagatori” spicca Rossi Profumi, che ha migliorato i suoi tempi di pagamento rispetto al 2010 con 25 giorni di credito dai fornitori. In seconda posizione si colloca Profumerie Douglas con 39 giorni e Dmo con 42 giorni. La classifica delle società con minori giorni di scorta vede al primo posto Gazebo Fashion & Fragrance seguito da Le Profumerie (legata a Marco e Luisa Vaccari) e Inter Parfums.Infine il miglior risultato ante imposte è stato realizzato da Kiko, Dmo e Douglas, che mantengono tutti la loro posizione invariata rispetto al 2010.

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Note: Non è inclusa nell’analisi Sephora che in Italia presenta un bilancio consolidato con Lvmh. Il business dell’insegna non si può distinguere da quello della società cui fanno capo sia la moda e la pelletteria (con i marchi Louis Vuitton, Celine e Berluti)sia la cosmetica (con i brand Dior, Guerlain, Kenzo, Givenchy, Pucci e Fendi). Complessivamente il valore della produzione è pari a 676,103 milioni di euro (+6,5%), mentre i costi della produzione a 591,972 milioni di euro. Il risultato ante imposte è di 96,863 milioni di euro. Anche Marionnaud Perfumeries non è compresa nella nostra indagine, in quanto il bilancio è stato registrato in un momento successivo alla chiusura dell’articolo. Riportiamo per completezza che ha registrato un valore della produzione di 67,8 milioni di euro (-4,3%), costi della produzione pari a 75,6 milioni di euro e un risultato ante imposte di -8,2 milioni di euro. Precisiamo, inoltre, che nell’analisi è presa in considerazione tutta Dmo, la cui attività è solo in parte realizzata nel canale selettivo. La società, infatti, dispone di più insegne: Beauty Star (profumeria), Cad, Determarket e Target (casa toilette) e Isola dei Tesori (alimentazione e cura degli animali domestici). Infine tutte le analisi non hanno preso in considerazione Limoni, società che è stata soggetta nei mesi scorsi a un processo di ristrutturazione finanziaria promosso da Bridgepoint e Orlando Italy Management, tale per cui quest’ultimo è diventato proprietario del 50% della società al pari con Bridgepoint. Includere le informazioni relative all’insegna avrebbe determinato una distorsione rispetto alla reale situazione del mercato.

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