In occasione dei 100 anni di Puig, l’azienda catalana ha organizzato a Barcellona, in concomitanza con la regata Vela Classica, un grande evento dedicato ai retailer (anche italiani), a margine del quale abbiamo avuto modo di scambiare qualche battuta con Yann Malaud, general manager Puig Italia.

Per il centenario avete pensato a un evento che coinvolge tutta l’azienda, ma non solo…

Questo evento per noi è molto importante perché 100 anni sono un traguardo e ci sembrava giusto estendere i festeggiamenti anche ai nostri fornitori e ai nostri clienti, tutte persone che lavorano con noi, perché non sarebbe stato possibile arrivare fin qui senza la collaborazione di tutti. Ogni anno organizziamo la Vela Classica a Barcellona e invitiamo clienti da tutto il mondo; questa è la prima volta che partecipano clienti italiani. Puig è sostanzialmente una grande famiglia, è una family company molto prossima al retailer e ci faceva piacere che anche i clienti italiani potessero condividere questo aspetto: è il catalan way of business, rilassato, amichevole, condiviso,

Cosa rappresenta l’Italia nella strategia Puig?

Puig sta crescendo, eravamo una piccola azienda ma ora abbiamo l’ambizione di diventare grandi e per farlo dobbiamo sviluppare i nostri brand e i nostri mercati. L’Italia è molto importante per Puig perché fa parte di quello che è un mercato strategico per noi e cioè l’Europa Occidentale, insieme a Francia, Spagna, Uk e Germania. Inoltre abbiamo la possibilità di lavorare con marchi straordinari che testimoniano l’eccellenza italiana, come Prada e Valentino, che stanno avendo grande successo.

Lei è in Italia da un anno dopo un’esperienza internazionale, quali sono secondo i punti forti della distribuzione italiana e quali quelli deboli?

L’Italia è un mercato molto complesso con delle sue peculiarità specifiche: differenti format, differenti tipologie di clienti. Credo che sia molto interessante il fatto che il retailer sia molto prossimo al consumatore finale e che ci sia molta fidelizzazione della clientela. Per contro c’è un po’ di resistenza all’innovazione, al cambiamento, specialmente nel merchandising che è uno dei punti chiave della strategia Puig.

Siete stati tra i primi a creare una struttura di Pos? Piace ai clienti?

Molto, perché il mercato italiano è sostanzialmente un mercato di relazione e la nostra sfida è stata formare questa squadra composta da giovani che è riuscita a costruire un rapporto preferenziale con molti punti vendita. E per Puig il concetto di relazione con il cliente è fondamentale. Inoltre grazie a questa squadra possiamo avere molte informazioni sulla tipologia dei nostri retailer sia per poter offrire un servizio tailor made sia per aiutarli nello sviluppo del proprio business.

Quali pensa che siano gli ambiti in cui collaborare di più e meglio con i retailer?

Penso che si possa fare molto per aumentare la partnership con i nostri clienti e Puig è molto sensibile all’argomento. Noi vorremmo mettere il negozio al centro di questa relazione, in modo da trovare, di concerto con il profumiere, il modo migliore per quel punto vendita di soddisfare le richieste del pubblico. Per farlo mettiamo a disposizione i nostri dati, le ricerche di mercato che facciamo e soprattutto ascoltiamo i nostri clienti.